European taxpayers’ money is subsidizing the bloody sport of bullfighting in Spain to the tune of 129.600.000 € a year via EU agricultural subsidies, even though it is banned in many of the Member States. Under the pretext of agricultural development, Spain spends the money received from the “Common Agriculture Policy” (CAP) for bullfights because without such backing [bullfighting] it would probably be on the brink of financial collapse.
Ogni anno l’Unione europea, tramite i fondi della Politica Agricola Comune (PAC), finanzia l’industria della corrida spagnola. Questo è quanto emerge da un recente report denominato “Toros & Taxes” redatto da un gruppo di europarlamentari spagnoli.
La PAC assegna agli agricoltori ed allevatori degli Stati membri degli importi forfettari per ogni ettaro di loro proprietà e l’Unione europea segnala nelle sue statistiche che la media dei sussidi erogati alla Spagna è di 5.160.241 euro divisi per 21.500.000 ettari, quindi 240 euro per ettaro.
Secondo i sindacati degli allevatori, l’ammontare degli ettari dedicati agli allevamenti di tori da combattimento eccede i 540.000 ettari, quindi, se noi applichiamo la media dei sussidi europei a questi ettari (540.000 x 240 euro), otteniamo la somma finale di 129.600.000 €.
Ovviamente tali risorse non potrebbero essere destinate al finanziamento della corrida, per questo motivo gli allevatori spagnoli di tori da combattimento utilizzano un piccolo espediente: visto che non è richiesto, essi semplicemente non specificano l’uso che sarà fatto dei tori che allevano.
Preme sottolineare che in Spagna gli spettacoli taurini sono regolati dal Real Decreto 145/1996, il quale stabilisce che presso il Ministero della Giustizia e dell’Interno sia creato un registro nel quale vengano iscritti i vari allevamenti che forniscono tori da combattimento.
La Spagna conosce quindi ogni singolo allevamento che destina i suoi bovini ai combattimenti all’interno delle corride. Appare chiaro che essa, omettendo di fornire informazioni dettagliate all’Unione europea in materia di destinazione dei fondi erogati dalla PAC, sta destinando fraudolentemente e consapevolmente fondi che servirebbero a sostenere e sviluppare l’agricoltura ad un’attività che nulla a che fare con ciò.
Dal canto suo la Commissione europea, ingannata, o chiudendo un occhio di fronte alla destinazione di tali fondi, permette la sopravvivenza di questa industria che altrimenti non avrebbe modo di esistere.
Senza tale forma di sostegno economico infatti, oltre ai 571 milioni di euro che ogni anno sono erogati il governo spagnolo (ma che evidentemente non bastano), la corrida non avrebbe modo di stare in piedi poiché si tratta di un settore in forte perdita.
Secondo i recenti sondaggi gli spagnoli contrari alla corrida rappresentano il 72% della popolazione e 4 giovani su 5 vorrebbero che fosse abolita. Questo perché, oltre a creare un deficit a livello economico, si tratta di un’attività attraverso la quale si provocano inevitabilmente forme di tortura programmata contro gli animali che sono coinvolti (tori e cavalli).
A questo punto i cittadini europei potrebbero considerare l’idea che la Comunità europea renda possibile un’attività il cui fine, sgradito alla maggior parte degli spagnoli e degli europei, è arrecare torture ad animali a scopo di divertimento.
In definitiva, ci troviamo di fronte a una palese contraddizione con le ultime iniziative prese dall’Unione europea in materia di benessere animale (ricordiamo, ad esempio, l’articolo 13 del Trattato di Lisbona che riconosce gli animali come “esseri senzienti” o la recente “Strategia dell’Unione europea per la protezione e il benessere degli animali 2012 – 2015”), le quali hanno portato a un significativo miglioramento delle loro condizioni di vita.
Per questo ci auspichiamo che la Commissione europea introduca pratiche volte ad ottenere una maggiore trasparenza nell’assegnazione dei fondi legati alla PAC, in modo da evitare che questi finiscano per finanziare un’attività antieconomica e che ha come scopo la sofferenza animale.