Con il recentissimo D.Lgs 192/2012, emesso ai sensi dell’art. 10 della L. 180/2011 (c.d. Statuto delle Imprese), recante modifiche al D. Lgs. 231/2002, sono state introdotte importanti novità sul fronte della lotta contro i ritardi di pagamento nelle transazioni commerciali nei confronti delle piccole e medie imprese. Al fine di contrastare gli effetti negativi della posizione dominante di alcune imprese sui propri fornitori o sulle imprese sub-committenti e di rendere più stringente la tutela dei fornitori-creditori nei confronti delle imprese committenti, ad esclusione delle P.A., è stato previsto che: a) in caso di prolungato ritardo nei pagamenti ai danni di imprese subfornitrici, specialmente piccole e medie, si perfezioni un’ipotesi di abuso di dipendenza economica a prescindere ed indipendentemente dall’accertamento dello stato di dipendenza economica; b) competente ad indagare e sanzionare tali condotte sia l’Autorità Garante delle Concorrenza e del Mercato la quale, nei casi più gravi, può emettere sanzioni pecuniarie equivalenti al 10% del fatturato. Per l’effetto della riforma, affinché si attivi, anche d’ufficio, l’AGCM, oggi sarà, quindi, sufficiente dimostrare la prolungata violazione dei tempi e delle modalità nei pagamenti da parte della committenza. La nuova normativa se, da un lato, può consentire alle imprese medio/piccole di ottenere pagamenti in termini più brevi rispetto ad oggi, offrendo loro una nuova arma di pressione, dall’altro, avrà il risultato di penalizzare le imprese committenti già in sofferenza a cagione della grave congiuntura economica in cui versa l’economia italiana.
Categorie: Diritto Civile ed Internazionale
I ritardi di pagamento nelle transazioni commercialiData: 16 Gen 2013
Autore: Tomaso Romanengo
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