On September 25th I was invited at the EU Parliament for the EU-wide launch of the European Citizens’ Initiative “END THE CAGE AGE” by the Italian MEP Eleonora Evi in order to urge the European Commission to consider new legislation that will lead to the end of cages in EU farming.
Cages inflict unimaginable suffering to hundreds of millions of farm animals, making their lives miserable, denying them the space to move freely. These restrictions lead to severe health and welfare issues.
The ECI needs to gather 1 million validated signatures from at least 7 EU member States within a 12 month period for the Commission to consider the legislative proposal.
Say no to the cages and sign the Initiative (you can find the link at the end of the article) in order to take an important step towards dismantling factory farming.
Il 25 settembre scorso ho partecipato al lancio dell’Iniziativa dei Cittadini Europei (ICE) “End the Cage Age” presso il Parlamento europeo a Bruxelles da parte dell’europarlamentare italiana Eleonora Evi, per chiedere alla Commissione europea di emanare una legislazione che ponga finalmente fine all’uso delle gabbie negli allevamenti europei.
Successivamente poi, in data 16 ottobre, l’ICE è stata presentata anche in Italia presso la Camera dei Deputati alla presenza del Ministro della Salute, Giulia Grillo, la quale ha anche firmato personalmente l’Iniziativa.
In particolare, l’ICE “End the Cage Age” è stata sottoscritta da oltre 100 associazioni di protezione animale e dell’ambiente in tutta Europa, di cui 19 sono italiane tra cui: ENPA, Animal Equality e CIWF Italia Onlus.
Ogni anno, infatti, circa 300 milioni di animali trascorrono la loro vita all’interno di gabbie negli allevamenti di tutta Europa. Tra di essi vi sono principalmente conigli, galline, quaglie, oche, scrofe e vitelli, immobilizzati e privati della possibilità di esprimere i loro comportamenti naturali. Una vita davvero miserabile, lontana anni luce dal concetto di “animali quali esseri senzienti” come stabilito dall’articolo 13 del Trattato di Lisbona.
E’ quindi davvero fondamentale che i cittadini europei sostengano questa iniziativa, poiché potrebbe portare ad un risultato storico per il benessere degli animali ma anche dell’ambiente.
Infatti, gli allevamenti intensivi non solo sono considerati una delle prime cause del riscaldamento globale (in base ai report della FAO, il 51% d’anidride carbonica, metano e protossido d’azoto è emesso dagli allevamenti) ma inquinano i terreni, le acque e i mari (si veda l’ultimo rapporto di Greenpeace stilato sulla base di campionamenti eseguiti in ventinove fiumi e canali di dieci Paesi europei che ha evidenziato elevate tracce di pesticidi e antibiotici nei corsi d’acqua superficiali che scorrono in aree ad elevata presenza di allevamenti intensivi), contaminando la natura con tossine che rappresentano una minaccia per l’ambiente e per la nostra salute.
Appurato quindi che l’argomento non riguarda soltanto coloro che hanno una spiccata sensibilità e amore verso il mondo animale, come funziona un’ICE?
Innanzitutto, l’ICE è uno strumento che consente ai cittadini europei di proporre modifiche legislative concrete in qualsiasi settore in cui la Commissione europea abbia facoltà di proporre un atto legislativo, quali l’ambiente, l’agricoltura, l’energia, i trasporti o il commercio.
Una volta che gli organizzatori dell’ICE hanno ottenuto la registrazione dell’Iniziativa, questi hanno 12 mesi per raccogliere (tra i cittadini europei con diritto di voto al Parlamento Europeo) 1 milione di firme in almeno 7 Paesi membri.
Una volta ottenute le firme necessarie, l’ICE viene presentata alla Commissione europea che, nei successivi 3 mesi,adotta una risposta formale in cui illustra le eventuali azioni che intende proporre e le sue motivazioni (potrebbe anche trattarsi di un parere preliminare della Commissione, che prima di esprimersi in modo definitivo potrebbe voler svolgere ulteriori ricerche sull’argomento in questione).
Se la Commissione decide di presentare una proposta legislativa, questa sarà trasmessa al legislatore (in genere il Parlamento europeo e il Consiglio, oppure, in alcuni casi, soltanto il Consiglio), che dovrà adottarla affinché possa avere forza di legge. Va detto però che, purtroppo, la Commissione non ha l’obbligo di proporre un atto legislativo a seguito di un’ICE.
Come detto, il tempo a disposizione non è molto ma il traguardo è comunque alla portata di tutti noi.
L’Unione europea presenta standard più elevati rispetto agli altri paesi per quanto riguarda gli allevamenti e la salute degli animali ivi presenti. Tuttavia, è chiaro che il modello di allevamento con l’uso di gabbie è ormai totalmente anacronistico e completamente superabile, tanto è vero che in alcuni Stati membri sono già presenti metodi alternativi maggiormente efficaci e più rispettosi del benessere degli animali e dell’ambiente.
E’ necessario quindi un cambiamento della normativa sul tema a livello europeo e per fare ciò serve l’appoggio dei cittadini europei.
Facciamo sentire quindi la nostra voce a difesa di chi non ce l’ha.
Per chi volesse firmare: https://eci.endthecageage.eu
Manuela Giacomini