Categorie: Diritto degli animali

Una voce umana per gli animali vittime di reato
Data: 30 Ago 2017
Autore: Manuela Giacomini

Nell’ultimo anno, lo Stato del Connecticut si è dotato di una nuova e straordinaria legge a difesa degli animali, unica del suo genere in America. In particolare, essa stabilisce che quando nei tribunali di questo Stato verranno discussi casi di crudeltà, abbandono o incuria a danno di animali, i giudici potranno nominare avvocati e studenti di legge a difesa dei loro diritti in quanto vittime di reato.

La scelta del Connecticut di dotarsi di questa normativa è nata a seguito del caso di un cane, Desmond, che era stato picchiato, privato del cibo e poi strangolato e abbandonato dal suo padrone. L’uomo era stato inserito in un programma di riabilitazione accelerato nel 2013, scatenando le proteste degli attivisti i quali hanno deciso di formare una sorta di movimento, “l’esercito di Desmond”, costituito principalmente da volontari, che si occupa nella maggior parte dei casi di mettere in contatto i difensori con gli animali e le loro storie.

Il Dipartimento dell’Agricoltura dello Stato ha quindi pubblicato un elenco di avvocati sul suo sito web che hanno interesse ad assistere gli esseri a quattro zampe. Tuttavia, è il giudice che decide se nominare un avvocato, ma esso può essere richiesto anche dai procuratori.

Gli avvocati degli animali sono parte ufficiale del caso. Possono fare ricerche investigative e possono porre domande a veterinari e altri testimoni. Essi inoltre possono formulare raccomandazioni per il giudice. In pratica, grazie al loro lavoro, consentono a tali esseri senzienti di ottenere una “voce umana”.

Si stima infatti che molti dei crimini commessi contro gli animali restino impuniti o vengano affrontati con provvedimenti troppo indulgenti.

A supporto di ciò, secondo i dati dello Stato del New England relativi a questa tipologia di reati, su più di 3.500 casi di abusi sugli animali registrati dal 2005 al 2015, il 47% non è stato perseguito, un altro 33% è stato destituito e solo il 18% si è concluso con verdetti di colpevolezza.

Tra l’altro, secondo autorevoli studi in criminologia e in psicologia svolti negli ultimi decenni, la violenza contro gli animali ha spesso stretti legami con la violenza contro gli esseri umani e tali reati possono essere precursori di futuri crimini contro altri individui. Infatti, bambini o adolescenti che esercitano tali forme di violenza possono sviluppare comportamenti aggressivi e antisociali e difficoltà nei rapporti sociali e con i coetanei.

Pertanto, in Connecticut si è avvertita l’esigenza adottare questa legge innovativa per dare finalmente giustizia a chi non ha voce. Legge che è attentamente monitorata da legislatori, studiosi di diritto e attivisti delle associazioni per la protezione degli animali statunitensi al fine di promuovere l’adozione di misure analoghe anche in altri Stati.

A questo proposito, dando un’occhiata al nostro Paese, in base al Rapporto Zoomafia 2017 redatto da Ciro Troiano, criminologo e responsabile dell’Osservatorio Zoomafia della LAV, che analizza lo sfruttamento illegale di animali ad opera della criminalità da diversi anni, in Italia nel 2016 si è purtroppo registrato un aumento dei procedimenti (+1,68%) e degli indagati (+13,31%) rispetto ai dati del 2015.

In particolare, l’Osservatorio Nazionale Zoomafia della LAV ha chiesto alle 140 Procure Ordinarie e alle 29 presso il Tribunale per i Minorenni, i dati relativi al numero totale dei procedimenti penali sopravvenuti nel 2016, sia noti che a carico di ignoti, e al numero di indagati per reati a danno di animali, segnatamente per i seguenti reati: uccisione di animali (art. 544bis cp), maltrattamento di animali (art. 544ter cp), spettacoli e manifestazioni vietati (art. 544quater cp), combattimenti e competizioni non autorizzate tra animali (art. 544quinquies cp), uccisione di animali altrui (art. 638 cp), abbandono e detenzione incompatibile (art. 727 cp), reati venatori (art. 30 L. 157/92) e, infine, traffico illecito di animali da compagnia (art. 4 L. 201/10).

Proiettando quindi i dati del campione del 74% delle procure ordinarie su scala nazionale, si può evincere che nel nostro Paese si aprono circa 25 fascicoli al giorno per reati a danno di animali con una persona indagata ogni 80 minuti circa. Tali dati sono ancora più allarmanti se si considera che la maggior parte delle denunce è a carico di ignoti e i processi che arrivano a una sentenza sono meno del 30% e di queste solo la metà si conclude con sentenza di condanna.

Infine, viene ancora una volta palesato il fatto che i crimini contro gli animali spesso nascondono, determinano o si accompagnano ad altri tipi di reati compiuti nell’interesse di organizzazioni criminali (cd. zoomafia).

Alla luce di quanto sopra, sarebbe quindi auspicabile che anche in Italia ed in Europa si iniziasse a guardare a questo tipo di iniziative prese oltre oceano nei confronti degli animali e a prendere esempio, per portare così all’interno delle aule dei nostri tribunali una terza voce che faccia finalmente e realmente giustizia.

“Riportiamo il link del blog del Sole 24 Ore, 24Zampe, del nostro amico Guido Minciotti, ringraziandolo per aver ripreso l’articolo dell’Avvocato Manuela Giacomini.”

http://guidominciotti.blog.ilsole24ore.com/2017/08/29/usa-il-tribunale-diventa-pet-friendly-difensore-dufficio-per-cani-e-gatti-del-connecticut/

 

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