Categorie: Diritto degli animali

Unione europea: nuove norme dalla Commissione per ridurre la plastica monouso
Data: 30 Mag 2018
Autore: Manuela Giacomini

With the amount of harmful plastic litter in oceans and seas growing ever greater, the European Commission is proposing new EU-wide rules to target the 10 single-use plastic products most often found on Europe’s beaches and seas which constitute 70% of all marine litter items, as well as lost and abandoned fishing gear.

The ban will apply to plastic cotton buds, cutlery, plates, straws, drink stirrers and sticks for balloons which will all have to be made exclusively from more sustainable materials instead.

Member States will have to reduce the use of plastic food containers and drinks cups and they will be obliged to collect 90% of single-use plastic drinks bottles by 2025.

Producers will help cover the costs of waste management and clean-up, as well as awareness raising measures for food containers, packets and wrappers (such as for crisps and sweets), drinks containers and cups, tobacco products with filters (such as cigarette butts), wet wipes, balloons, and lightweight plastic bags.

Finally, incentives will be given to the industry in order to develop less polluting alternatives for these products.

 

A seguito del preoccupante e costante aumento dei rifiuti di plastica negli oceani e nei mari e ai danni che ne conseguono per l’ambiente e per gli animali, la Commissione europea ha presentato in questi giorni una nuova direttiva che inserisce nuove norme per i 10 prodotti di plastica monouso che più inquinano le spiagge e i mari d’Europa e per gli attrezzi da pesca perduti e abbandonati, i quali rappresentano il 70% dei rifiuti marini.

Da quello che si può leggere sul sito della Commissione europea, si apprende che saranno messi al bando i prodotti per i quali sono facilmente disponibili soluzioni alternative, mentre si limiterà l’uso di quelli di cui non esistono valide alternative riducendone il consumo a livello nazionale. Inoltre, i produttori dovranno rispettare requisiti di progettazione ed etichettatura e sottostare a obblighi di gestione e bonifica dei rifiuti.

In particolare, le nuove regole introdurranno:

  • il divieto di commercializzare determinati prodotti di plastica – dove esistono alternative facilmente disponibili ed economicamente accessibili, i prodotti di plastica monouso saranno esclusi dal mercato. Il divieto si applicherà a bastoncini cotonati, posate, piatti, cannucce, mescolatori per bevande e aste per palloncini, tutti prodotti che dovranno essere fabbricati esclusivamente con materiali sostenibili. I contenitori per bevande in plastica monouso saranno ammessi solo se i tappi e i coperchi restano attaccati al contenitore;
  • obiettivi di riduzione del consumo – gli Stati membri dovranno ridurre l’uso di contenitori per alimenti e tazze per bevande in plastica. Potranno farlo fissando obiettivi nazionali di riduzione, mettendo a disposizione prodotti alternativi presso i punti vendita, o impedendo che i prodotti di plastica monouso siano forniti gratuitamente;
  • obblighi per i produttori – i produttori contribuiranno a coprire i costi di gestione e bonifica dei rifiuti, come pure i costi delle misure di sensibilizzazione per i seguenti prodotti: contenitori per alimenti, pacchetti e involucri (ad esempio, per patatine e dolciumi), contenitori e tazze per bevande, prodotti del tabacco con filtro (come i mozziconi di sigaretta), salviette umidificate, palloncini e borse di plastica in materiale leggero. Sono anche previsti incentivi al settore industriale per lo sviluppo di alternative meno inquinanti;
  • obiettivi di raccoltaentro il 2025 gli Stati membri dovranno raccogliere il 90% delle bottiglie di plastica monouso per bevande, ad esempio, introducendo sistemi di cauzione-deposito;
  • prescrizioni di etichettatura – alcuni prodotti dovranno avere un’etichetta chiara e standardizzata che indica come devono essere smaltiti, il loro impatto negativo sull’ambiente e la presenza di plastica. Questa prescrizione si applica agli assorbenti igienici, alle salviette umidificate e ai palloncini;
  • misure di sensibilizzazione – gli Stati membri dovranno sensibilizzare i consumatori all’incidenza negativa della dispersione nell’ambiente dei prodotti e degli attrezzi da pesca in plastica, ai sistemi di riutilizzo disponibili e alle migliori prassi di gestione dei rifiuti per questi prodotti.

Per quanto riguarda gli attrezzi da pesca, che rappresentano il 27% dei rifiuti rinvenuti sulle spiagge, la Commissione punta a completare il quadro normativo vigente introducendo regimi di responsabilità del produttore per gli attrezzi da pesca contenenti plastica: i fabbricanti dovranno coprire i costi della raccolta quando questi articoli sono dismessi e conferiti agli impianti portuali di raccolta, nonché i costi del successivo trasporto e trattamento; dovranno anche coprire i costi delle misure di sensibilizzazione.

In questo panorama, anche le imprese ci guadagneranno in competitività: ed infatti, una normativa unica per l’intero mercato dell’UE offrirà alle stesse un trampolino per sviluppare nuove tecnologie e rafforzare la competitività nel mercato mondiale in piena espansione dei prodotti sostenibili: con i sistemi di riutilizzo (come quelli di cauzione-rimborso) le imprese potranno contare su un approvvigionamento stabile di materiali di alta qualità; in altri casi, mosse dall’incentivo a ricercare soluzioni più sostenibili, potranno conquistare un vantaggio tecnologico sui loro concorrenti internazionali.

La seguente proposta legislativa passerà ora al vaglio del Parlamento europeo e del Consiglio e la Commissione calcola che, se applicata, la direttiva eviterebbe l’emissione di 3,4 milioni di tonnellate di CO2 equivalente; eviterà danni ambientali per un costo equivalente a 22 miliardi di euro entro il 2030; genererà risparmi per i consumatori dell’ordine di 6,5 miliardi di euro.

Avv. Manuela Giacomini

 

 

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